Scegliere di svolgere un lavoro come libero professionista rappresenta una prospettiva molto allettante, perchè si ha la possibilità di dare sfogo alla propria fantasia e creatività. Però bisogna ricordare che, orientarsi in tal senso, comporta l’espletamneto di alcune pratiche come l’obbligo di aprire una partita IVA.
A volte però le persone non dispongono di tutte le informazioni sufficienti non solo sui motivi che impongono di munirsi di una partita IVA, ma anche sulle modalità da seguire per aprirne una. Insufficienti sono anche le informazioni possedute riguardanti i costi da affrontare che, naturalmente variano in base a determinate fasce.
Cerchiamo perciò di analizzare nel dettaglio quali sono le operazioni da compiere per risultare in regola con lo Stato.
Cos’è la Partita IVA
La partita IVA serve ad identificare il regime fiscale di una società o di un lavoratore in proprio, ossia di tutte quelle persone che non svolgono un lavoro da dipendente, con un reddito annuo inferiore ai 5mila euro annui.
La persona che decida di accettare gli obblighi della partita IVA è tenuta a rilasciare fatture per beni o servizi che vende e effettuare un versamento allo Stato di determinati contributi.
La partita IVA è composta da 11 cifre, le prime 7 identificano la persona che l’ha stipulata, le seguenti 3 si riferiscono al numero identificativo dell’Ufficio delle Entrate mentre il numero finale permette una verifica.
Dove rivolgersi
Se si decide di cominciare un lavoro in proprio e aprire una partita IVA bisogna recarsi all’Agenzia delle Entrate dove si riceverà, gratuitamente, o il modello AA9/12 per le persone fisiche, o il modello AA7/10 per altri soggetti.
Il modello va riconsegnato all’agenzia corredato dei propri documenti e recante il codice ATECO, che serve ad inquadrare l’attività che si vuole svolgere.
Regime forfettario o ordinario?
Ora bisogna decidere se aderire al regime forfettario, cioè dei minimi, o a quello ordinario.
Al regime forfettario si aderisce se:
non si percepiscono entrate superiori a quelle del proprio codice ATECO;
non si superano i 5mila euro lordi per l’assunzione di collaboratori;
se si acquistato beni strumentali mantenersi entro i 20mila euro lordi;
Il regime forfettario, al posto dell’Irpef e dell’IVA, prevede un’aliquota per i primi 5 anni, del 5% che poi passerà al 15%.
Bisogna versare un contributo pari al 27,72% all’Inps se non si risulta registrati presso enti previdenziali di categoria.
- Il regime ordinario invece prevede:
- una quota per la Camera di Commercio;
- il pagamento dell’Irpef;
- il pagamento della cassa professionale;
- pagamento Irap;
- pagamento IVA
Anche il lavoratore autonomo può usufruire del regime INPS agevolato inoltrando annualmente una propria richiesta rispettando la data del 28 febbraio.
Nuove leggi previste per il 2018 e il 2019
Gli anni del 2018 e del 2019 sono importanti perchè saranno introdotti nuovi cambiamenti e agevolazioni. Uno di questi è l’introduzione dell’obbligo, anche fra privati, di fatturazione elettronica.
Sparirà la scheda carburante che sarà sostituira da una fatturazione sempre elettronica che si può effettuare con pagamenti tracciabili.
Importante è anche anche il bonus pubblicità, ossia un credito d’imposta che va dal 75 % al 90% se le imprese investono in pubblicità.